La Rugby Roma nasce il 21 ottobre 1930 nell’accogliente casa, in via di Villa Torlonia n.10, dell’ambasciatore Adolfo Vinci. I suoi quattro figli Eugenio, Paolo, Piero e Francesco con alcuni amici (Goffredo Nathan, Giorgio Riganti, Franco Chiaserotti, Armando Nisti, Bruno Romei, Aldo Rusticali,Carlo Raffo, Ernesto Nathan, Giuseppe Bigi, Romolo Marcellini), dopo qualche deludente esperienza iniziale con altre squadre decidono di mettersi in proprio. Suggellano l’accordo su un semplice foglio scritto a mano, versando dieci lire a testa.
Con un capitale di 150 lire, una erre nera su campo bianco e una erre bianca su campo nero che in seguito verrà sovrastato dal motto “ Per la gloria del nome ”, non solo si costituisce una squadra simbolo del rugby nazionale ma prende il via anche una grande avventura di sport che per più di settanta anni coinvolgerà la migliore gioventù di Roma con robusti e fondamentali innesti da ogni parte dell’ovale mondiale.
Cinque volte campione d’Italia, la Rugby Roma proprio sul finire dello scorso Millennio, con lo scudetto conquistato al Flaminio superando L’Aquila, ha rinverdito le glorie dei padri nobili bianconeri – i colori così poco romani non potevano che venire da fuori: dall’Argentina,per l’esattezza perché il bianco e il nero a strisce orizzontali erano sulle maglie del San Isidro, il club da cui proveniva Giuseppe Bigi, uno dei primi mediani di mischia –che, però, non crediate abbiano avuto da subito vita facile.
Negli anni Trenta vengono conquistati due scudetti (nel 1935 e nel 1937) che appena scalfiscono il dominio dell’Amatori Milano, la Juventus del rugby. Già, l’Amatori Milano! Ma come facevi a competere con la squadra del presidente Cicogna, potente gerarca alla guida della Confindustria, in grado di fornire posti di lavoro ai migliori giocatori italiani: quello milanese era un complesso molto affiatato e solido, in una parola, imbattibile.
La Rugby Roma degli anni a cavallo tra i Quaranta e i Cinquanta è stata la più bella squadra che abbia mai avuto Roma in tutti i campi dello sport lasciando un segno importante nella storia del rugby italiano con altri due titoli assoluti vinti nel 1948 e nel 1949.
Negli anni che seguirono il doppio scudetto il prestigio e la fama della Rugby Roma rimangono integri grazie alla tecnica solida e spettacolare del suo gioco (scrivevano i giornali:”Zitti tutti: gioca la Rugby Roma!”) e ad alcuni suoi exploits rimasti storici nel rugby italiano. Il più famoso dei quali vide la presenza contemporanea di 10 bianconeri ( Giuliani, Riccioni, Dari, Grasselli, Cherubini, Gabrielli I, Rossini, Tartaglini, Farinelli, Marini e Perrone) che diventano 11 calcolando Paolo Rosi, in quel momento all’Aquila via Napoli, nella formazione dell’Italia che il 6 maggio 1951 a Roma superò la Spagna per 12-0.
Nel periodo natalizio del 1951, ideata dall’inesauribile Mauro Lais (poi fattivo e geniale Presidente federale dal 1954 al 1959) sostenuta dal presidente Nostini, organizzata e diretta da Lamberto Puecher viene intrapresa la prima tournèe di un club italiano in terra britannica, precisamente in Irlanda.
Primo match a Dublino il 22 dicembre contro l’Old Belvedere, uno dei più blasonati sodalizi irlandesi, perso 9-5. Poi a Limerick, nel giorno di Santo Stefano, contro una selezione del Sud dell’Irlanda nuova sconfitta, questa volta per 11-9. Conclusione strepitosa a Londra, il 29 dicembre, contro il London Irish, forte di tre internazionali, con la storica prima vittoria (11-3) del rugby italiano in Gran Bretagna. Appendice di tournèe poi a Parigi con uno stretto pareggio con il Metrò, squadra di Division Federale.
Con le splendide partite in Irlanda, la vittoria a Londra e il pari a Parigi, i bianconeri fecero toccare alla Rugby Roma il massimo dello splendore tecnico ma inesorabilmente da quel momento si imboccò la discesa, in un certo senso inarrestabile, che la porterà a chiudere il primo ciclo della sua vita con la retrocessione in B nel campionato 1957/1958.
Era arrivato, dunque, il tempo di rifondare e ricostruire una società che vivrà un terzo ed illuminante periodo storico, prima come Old Rugby Roma e poi come Rugby Roma Olimpic, completato con l’arrivo del quinto scudetto, quello del 2000.
Tutto comincia nel 1960, l’anno delle Olimpiadi di Roma, quando Mauro Lais, “the boss”, portando per l’ennesima volta scompiglio nelle austere sale del Circolo Canottieri Aniene inventò una nuova società di rugby, l’Old Aniene Rugby Roma trascinando nell’impresa due compagni di viaggio: Costante Frigo e Giulio Gradilone che saranno poi determinanti per la futura Old Rugby Roma.
Le famose parallele che non si incontrano mai questa volta, nel rugby, trovano la coincidenza nel 1961 dall’unione tra la volontà di Italo Lo Cascio, che aveva scelto fondando la SS Roma Rugby, i “tuttineri”, di tornare all’attività senior ed aveva, quindi, la necessità di riposizionare il settore giovanile che come ancora sopravviveva con il nome Rugby Roma e la “grandeur” di Lais e dei suoi amici.
Nasce, così la Old Rugby Roma Club, erede diretta della Rugby Roma, che farà attività giovanile e seniores, di secondo livello con presenze in C e, in una sola annata, in B.
Sul versante internazionale, grazie all’autorevole interessamento di sir John Ward, ambasciatore inglese a Roma ma soprattutto, negli anni Trenta, rugbista nell’A.S.Roma, vengono ripristinati i rapporti sportivi con il rugby britannico e la nazionale azzurra con il nome di Old Rugby Roma riattraversa nell’autunno 1963 il Canale per giocare quattro partite: a Twickenham con gli Harlequins, a Swansea, a Newport (pareggiando 8-8 dove due mesi dopo sarebbero stati sconfitti gli All Blacks!) e a Stafford. Zani, Levorato, Lanfranchi, Bollesan, Fusco, Ambron, Perrini, magnifici protagonisti a Grenoble con la Francia, assieme a Romagnoli, Speziali, Gargiulo, Alese spopolano nelle Isole Britanniche.
Rivincita a maggio 1964 con gli Arlecchini all’Acquacetosa e l’anno dopo di nuovo in Gran Bretagna per un’altra entusiasmante tournèe di tre partite: a Londra, a Cardiff e a Llanelli e, a dimostrazione di quanto gli avversari ormai temessero l’Old Rugby Roma, in tutte le partite giocò sempre all’apertura un certo Barry John! Grandi protagonisti in bianconero di quel tour: Zani, Colussi, Di Zitti, Levorato, Avigo, Bocconcelli.
Il 7 agosto 1969 le Assemblee della Rugby Roma e della Rugby Olimpic ’52, società che da sempre ha attraversato i destini del club bianconero e che aveva preso il posto della Rugby Olimpic ’44 dalla cui fusione, nel primo dopoguerra, con la Rugby Roma prese il via la brillante stagione degli scudetti 1948 e 1949, decidono la fusione in una nuova entità sportiva che prende il nome di Rugby Roma Olimpic Club con i colori bianco-neri-verdi.
Si apre così, 40 anni dopo il primo ciclo Rugby Roma e passando per il secondo Old Rugby Roma, il terzo periodo storico di una società culminato il 16 maggio 2000 allo Stadio Flaminio con la conquista dello scudetto n. 5 superando l’Aquila. Dopo, più di un decennio di crisi finanziarie che portarono la Rugby Roma Olimpic nel luglio 2011 al fallimento.
Il 21 ottobre 2015, a 85 anni dalla prima data ufficiale, nasce come continuità storica e morale la Rugby Roma Olimpic Club 1930 che riparte per il viaggio verso l’affascinante e quanto mai impegnativo quarto periodo dell’epopea Rugby Roma.