Caro Genitore e caro atleta,
vorrei, innanzitutto, porgerVi le mie più sentite scuse.
Sì, perché coinvolto da una serie d’impegni pratici, che mi hanno assorbito nel nostro obbiettivo principale, il nostro credo, ovvero quello di far rivivere il nome e la gloria del nostro Club, ho commesso un errore, e come me, purtroppo, lo ha fatto anche tutta la filiera di ‘salvaguardia’ che avrebbe dovuto intercettare subito il problema.
La ricerca continua e la predisposizione di un impianto sportivo, di una struttura valida e sicura per i nostri atleti e per Noi, mi ha coinvolto completamente, e questo mi ha fatto perdere di vista l’aspetto fondamentale: curarmi, soprattutto, della salvaguardia e la protezione sportiva di ogni singolo atleta.
Vorrei dunque spiegare quanto accaduto, per far sì che anche gli altri genitori possano meglio comprendere e, spero, condividere, come comunemente si procede al nostro interno in casi come quello che si è venuto a manifestare.
L’intervento arbitrario e solitario di un nostro associato, seppur animato ed in completa buona fede, ha fatto sì che un nostro giovane atleta della U18, si sia ritrovato, d’un tratto, ad allenarsi nella categoria superiore Seniores. Questo fatto non è così improprio e può accadere in tutte le società sportive, che un minorenne con ottime caratteristiche fisico-atletiche, talentuoso e di grandi aspettative, sia d’interesse e che possa ottenere, nel tempo, convocazioni in partite ufficiali da parte dello staff della categoria maggiore. Questo passaggio, comunque, prevede la valutazione della Direzione Sportiva, la richiesta ufficiale all’allenatore di competenza dell’atleta, la successiva totale condivisione e avallo societario a tale passaggio, e la necessaria imprescindibile autorizzazione formale dei genitori del minore.
Purtroppo, in questo specifico caso, questi livelli di passaggio sono mancati, non ci sono stati e di questa mia, e nostra grave mancanza, mi scuso nuovamente, ma so per certo che la mia e nostra buona fede non può essere una giustificazione.
Per Noi della RROC1930 l‘ integrità fisica e psichica di ogni singolo ragazzo va oltre qualsiasi altro interesse, e, soprattutto, nel rispetto di quei sani principi contenuti negli articoli del nostro statuto.
Come diceva qualcuno: “L’involucro sarà pure bello, bellissimo, ma quel che più conta è il contenuto”.
La serietà, i valori, devono contribuire alla crescita di questi nostri giovani, con la serenità e la certezza di dar loro un ambiente sano. Nostro obbiettivo primario è quello di vederli crescere insieme, in amicizia, come atleti e come uomini, ed è molto importante che, anche se qualcuno di loro dovesse essere più talentuoso, non si possa, da parte di un atleta, lasciare la squadra, i propri compagni, i propri amici ed i propri allenatori così, su due piedi, andando a giocare nella categoria superiore.
Questo è un fatto improprio, anche perché occorre, prima di tutto, ottenere tutti i requisiti per farlo e, soprattutto, occorre che tutta la filiera sopra illustrata, sia favorevole a tale passaggio.
Ripeto che queste situazioni non sono rare, perché un Club come il nostro, con 87 anni di storia, ne ha viste parecchie di queste situazioni. Questo, ripeto, non ci giustifica e Vi garantisco che io mi assumerò tutte le mie responsabilità, posso solo aggiungere, comunque, che una tale situazione non si verificherà più.
Caro Genitore e Caro Amico, certo della fondamentale e fattiva collaborazione di tutti gli interessati, vorrei concludere, così come ho iniziato, con le mie personali e più sentite scuse.

Il presidente
Alberto Emet

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