I bianconero-verdi guidati da coach Paladini, stanno diventando un gruppo unito anche in campo, oltre che fuori. Chi era presente ieri al campo di Tor Pagnotta ha visto una squadra compatta che ha gioito e soprattutto si è divertita provando a giocare senza il timore di commettere errori.
Da una squadra prevalentemente fisica e aggressiva, la Rugby Roma nel corso delle settimane si è trasformata in una squadra che muove il pallone con efficacia. E a dimostrarlo sono arrivate le marcature dei nostri tre quarti, sempre più frequenti, segnale di una volontà nel trovare spazi e una maggior comprensione del gioco. È vero, ancora si vedono troppi falli, specialmente quando la stanchezza inizia a farsi sentire, ma c’è la certezza che si sta percorrendo la strada giusta anche sull'aspetto disciplinare. Occorre continuare per arrivare ad esprimersi allo stesso livello per tutti gli ottanta minuti.
Grande merito ai ragazzi, tutti, che si allenano con assiduità nonostante le mille difficoltà che può incontrare un atleta non professionista tra lavoro, studio e affetti personale. Non dimentichiamoci che si sta parlando di ragazzi giovani (più o meno), studenti e lavoratori, che riescono nonostante tutto a ritagliarsi uno spazio per lo sport.
Questo è lodevole e merita rispetto, sempre.
Quando si compete in una disciplina ci deve essere la volontà di ottenere risultati e questa volontà deve necessariamente essere affiancata dalla voglia perenne di migliorarsi personalmente per essere di maggior supporto alla squadra. Questo non può essere confinato al rettangolo di gioco, ai soli giocatori, ma deve abbracciare tutti i componenti del Club: dallo staff, ai soci, alla segreteria fino al personale della struttura sportiva.
Tutti siamo responsabili di una buona o cattiva prestazione. Tutti siamo responsabili nel creare un ambiente propositivo, fertile, per far in modo che fin da piccoli i nostri atleti abbiano la percezione che la risposta a tutto non è lamentarsi, incolpare l'arbitro o criticare il proprio vicino, ma è dare un apporto concreto tramite l'impegno e il lavoro personale.
Di strada da fare ce n'è ancora tanta e ne siamo coscienti, non tutto è perfetto, ma i feedback che abbiamo sono incoraggianti ed è più facile lavorare se la risposta è stata quella che abbiamo avuto ieri dai nostri Seniores in primis e da tutti i nostri atleti e le loro famiglie.