E' stato un pareggio dal sapore di vittoria quello raggiunto dalla seconda squadra della Rugby Roma: in 15 contati e con molti giocatori fuori ruolo, costringe l'armata del Reathyrus al pari.
La trasferta è stata incerta fino all'ultimo, ma l'impegno di fine campionato doveva essere onorato a tutti i costi. E così il manipolo di eroici bianconeri del secondo XV è sceso nonostante le numerose assenze per infortuni e defezioni varie. Si sono guardati negli occhi, hanno ascoltato le direttive e le motivazioni dei coach Alessandro Cioni e Giuliano Sinisi e hanno dato vita a una gara memorabile.
"C'è stato grande temperamento da parte dei ragazzi scesi in campo che ci hanno messo il cuore dal primo minuto all'ultimo" hanno commentato i due allenatori. "E' stata una sorta di Davide contro Golia visti i nostri giocatori contati che dovevano affrontare una squadra superiore nei numeri e meglio organizzata. Ma ieri ha vinto la voglia di giocare e di stare insieme da parte dei nostri: sono scesi in campo in 15, hanno terminato la gara in 14 per un infortunio. Rieti era sicuramente superiore e scherava la sua formazione tipo: noi abbiamo sfoderato tanta voglia, spirito di sacrificio e senso di appartenenza a una squadra. Abbiamo visto 15 leoni che non si sono mai tirati indietro: c'è stata netta differenza nella forte aggressività coi nostri che in difesa hanno fatto sbagliare molte volte l’attaccante approfittando ogni situazione capitata". Nella bella giornata, rimane la beffa: "Siamo stati in vantaggio fino a pochi minuti dal termine della gara nonostante loro schierassero 22 giocatori. La loro superiorità del pacchetto di mischia è stata dimostrata nelle rimesse laterali: nonostante fossimo senza pedine fondamentali nel pacchetto, siamo andati molto bene in mischia chiusa avanzando spesso".
La formazione, dunque, è stata totalmente reinventata: la terza linea bianconera, per esempio, era composta da ragazzi che giocano trequarti. "Ai nostri giocatori avevamo chiesto di pensare esclusivamente alla partita, senza pensare alle lacune numeriche o ai giocatori fuori ruolo, e di vendere cara la pelle. Tanto di cappello: abbiamo visto giocatori che hanno dimostrato attaccamento al gruppo".