L’assistente allenatore Simone D’Annunzio e il preparatore atletico Alessandro Roppo chiudono la loro avventura con la Rugby Roma. Un percorso che si chiude dopo un quadriennio ricco di soddifsfazioni e che li ha visti, ciascuno nel suo ruolo specifico, protagonisti nel percorso di crescita delle squadre bianconeroverdi.
A D’Annunzio, praticamente da sempre al fianco del coach Daniele Montella, si è presentata l’opportunità di rivestire il ruolo di primo allenatore in un altro club. “Siamo contenti che lo abbiano cercato, è la conferma che qui con noi ha fatto un grandissimo lavoro, è giusto per la sua carriera che accetti questa sfida e che provi a fare il salto”, dice il direttore sportivo Fabrizio Pollak. “La famiglia della Rugby Roma ringrazia D’Annunzio e Roppo, augura loro le più grandi soddisfazioni personali e gli ricorda che questo club sarà sempre casa loro”. Difficile dire arrivederci a una persona con la quale in questi ultimi 4 anni si è costruita la squadra mattone dopo mattone: “Simone è arrivato qui che era un ragazzo, se ne va che è un uomo vero. Una persona eccezionale sotto tutti punti di vista, di una educazione meravigliosa, un carattere sempre disponibile, non fa mai vedere le sue arrabbiature, con il suo sorriso rende le cose sempre facili. Si è fatto voler bene da tutti. E da un certo punto di vista siamo contenti per lui che non debba più farsi quei 100 km al giorno da casa sua a Tor Pagnotta: è stato un sacrificio che gli abbiamo sempre riconosciuto”.
Se alla Rugby Roma era da 4 anni, con Montella lavorava insieme da 9: “Abbiamo iniziato alla Lazio in Top10”, dice il coach. “Va solo ringraziato per tutto quello che ha fatto e per la filosofia che ha saputo trasmettere nel suo ruolo specifico, quello di allenatore dei trequarti. I miglioramenti di tutti i ragazzi sono stati enormi. Simone ha avuto la grande capacità di avere costruito rapporti umani in perfetta sintonia con il club. Saprà far bene anche da primo allenatore. Il suo pregio migliore sta nell’analisi, in una sequenza di gioco riesce a osservare ed elaborare le cose fatte bene, le cose da aggiustare e quelle fatte male. Un vero pignolo…”. In senso positivo, ovviamente… E Roppo? “Il nostro sergente di ferro, il piccolo Franconi. Lo ringraziamo per avere ricoperto il ruolo con grande energia e professionalità. Ora, ovviamente, andrà riprogrammato un ciclo”.
Anche Pollak si unisce alle parole sul preparatore: “Può sembrare sempre incavolato - sorride il direttore sportivo - ma è una persona di una sensibilità senza eguali. Lui è sempre stato Rugby Roma e lo rimarrà per sempre. E' per questo che salutiamo e ringraziamo con tutto il cuore chi ha dato un così grande contributo: ora si deve necessiariamente guardare avanti”.