Una Rugby Roma più imprevedibile in attacco, ma senza dimenticare i principi difensivi che sono il marchio di fabbrica della squadra allenata da Daniele Montella. Che, con l’addio di Simone D’Annunzio, si è messo alla ricerca di un nuovo assistente allenatore per i trequarti e l’attacco. Una serie di circostanze ha quindi fatto cadere la scelta su Mauro Mariani, nato e cresciuto alla Rugby Roma, reduce da una lunghissima esperienza al Verona Rugby, prima come giocatore (mediano di mischia e utility back) e poi nello staff tecnico. Le circostanze, ce le riassume lo stesso Mariani: “Per motivi famigliari e di lavoro sono rientrato a Roma, sono stato anche a vedere il nuovo centro sportivo di Tor Pagnotta e ho informato Giampiero Mazzi della mia eventuale disponibilità. Mi ero preparato una serie di opzioni, visto il gran numero di squadre nella capitale, poi è invece arrivata proprio la chiamata della Rugby Roma…”.
Dove ha potuto conoscere di persona Montella, che gli affidato la responsabilità dell’attacco. “Lo conoscevo solo di fama, viste il suo percorso e la sua esperienza. Ovviamente all’inizio ci siamo studiati, sapevo fosse un ottimo allenatore, ma non mi aspettavo di trovare un gestore di risorse così bravo, in grado di tirar fuori il massimo da ogni elemento dello staff. Mi ha concesso subito la massima libertà. E ammetto che per me è una grande novità: vengo da un contesto dalla forte impronta gerarchica, dove i cambiamenti subiscono processi lentissimi”. E allora proviamo ad anticipare qualcosa di questi cambiamenti? “Daniele - spiega Mariani - mi ha dato il compito di ricostruire da zero, non perchè la squadra non fosse efficace, piuttosto perché dopo tanti anni con gli stessi dettagli era necessario cambiare. Come tutti sanno, il punto di forza della squadra è sempre stato la difesa. Io ho lavorato molto sulle skills individuali, sulla gesitone della palla e sulle scelte, che devono aumentare. Prima a scegliere erano solo il 9 e il 10, ora vorremmo che con palla in mano lo facciano anche gli avanti: scelte più semplici, ma con un sistema più aperto, con tante opzioni. Senza stravolgere la struttura, ma aggiungendo dettagli sulla scelta del primo ricevitore rispetto a quello che vede davanti”.
Classe 1988, Mariani è entrato alla Rugby Roma che aveva 5 anni e mezzo e dopo tutta la trafila nelle giovanili l’allentaore Michel Ringeval lo fece esordire in prima squadra, conquistando la promozione dalla Serie A al Top 10. Quindi la scelta di tentare un’esperienza fuori. Al Verona Rugby è rimasto per 11 stagioni, ha smesso a 30 anni e subito iniziato il suo percorso per diventare allenatore, con tanto di esperienze di studio in Nuova Zelanda e Giappone. Ma, come ben si sa, tutte le strade poi alla fine ti riportano a Roma… “Ho trovato nella squadra, anzi, in tutte le categorie, in tutti i ragazzi, un fortissimo senso di appartenenza. C’è un gruppo solido di ragazzi che giocano assieme da quando sono piccoli, cosa che non accade in tanti altri posti. E questo, per quel che ho potuto constatare in questi primissimi mesi, si traduce in una incredibile attitidune al lavoro: per tutta la preparazione abbiamo avuto in campo sempre 40-45 ragazzi, per proporre un lavoro di grande qualità. E vi assicuro che una cosa del genere in questa categoria è una rarità. E poi c’è Tor Pagnotta: è incredibile. E non solo da guardare, respiri proprio aria di casa. Per tutta l’estate in qualsiasi giorno potevi trovare una decina di giocatori, con le fidanzate, le famiglie, i genitori dei bambini. Un ambiente di lavoro pazzesco”.
Ambiente di lavoro che invece Riccardo Italia ormai conosce bene: il tecnico è stato confermato responsabile dei trequarti e della difesa, assieme a Montella. “L’idea di base dalla quale siamo partiti per costruire la nuova stagione - ci spiega - è quella di fare uno sforzo importante per consolidare e migliorare la difesa. Una grossa sfida, vista la base di qualità dalla quale partivamo. Stiamo cercando di migliorare la proposta lavorando meglio su aspetti tecnici specifici, sulla capacità di adattarci bene in base alla situazione della partita, per avere più opzioni. Ma è sul lavoro in attacco che c’è la differenza più importante”. Se Mariani l’ha appena conosciuto, Riccardo ormai sa bene cosa signofica lavorare con Montella: “Ci da la possibilità di proporre tanto, per poi confrontarci e arrivare a una sintesi. Ovviamente l’ultima parola spetta a lui. Non tanto perché è il nostro ‘capo’, piuttosto perché in lui riconosciamo quello che è un vero leader. E’ geniale, ha una grandissima competenza”.
E l’arrivo di Mariani? “E’ un tecnico molto competente. Un’aspetto fondamentale è però avere a disposizione una seconda squadra di livello negli allenamenti: hanno una mentalità spaventosa. Per vedere a che punto siamo, però, ci sarà bisogno di tanti minuti, di tanto campo e chiaramente di confronti importanti”. Come quello del 21 settembre a Tor Pagnotta con Rovigo per la Coppa Italia? “Esatto. Sappiamo che sarà dura, contro una squadra di due catogorie superiore, ma vogliamo fare una grande prestazione. Sarà l’occasione giusta per trovare spunti ed elementi per renderci conto dello stato del nostro lavoro”.