Al campo da rugby come in azienda, per “allenare i talenti”. Che lo sport venga spesso utilizzato in campo aziendale come metodo di formazione non è una novità, men che meno lo è trovare il rugby al centro di queste tematiche. E non è nemmeno una novità che sia la casa della Rugby Roma a Tor Pagnotta ad essere scelta come “campo di allenamento” per le aziende che organizzano workshop. Come nel caso di Randstad, che ha riunito clienti, collaboratori e partner per un pomeriggio dedicato alla costruzione dei talenti. Con il contributo di Randstad Sport e Randstad Education, si è infatti posto l’accento su come la capacità di coltivare il talento dei singoli attraverso formazione e allenamento siano fondamentali per il successo del team. A raccontare le loro esperienze e approfondire i vari temi sono stati Laura Origlia (Education Team Manager), Samuele Robbioni (Psicologo e Coach) e Giacomo “Jack” Sintini, stella della pallavolo italiana (2 scudetti e un Europeo con la Nazionale) e oggi Sales Manager e Responsabile divisione sport&corporate training di Randstad Hr Solutions.
Ma per spiegare questo forte nesso fra il rugby e la formazione aziendale, abbiamo chiesto aiuto a Mirco Pierro, area manager Lazio di Randstad Italia. “Perchè - ci dice - è uno sport solo apparentemente ostico. Noi siamo vicini a tante discipline sportive, fondamentalmente di squadra: dovendo scegliere, vai sull’argomento nel quale anche tu puoi portare valore. E nel rugby c’è un sistema di valori estremamente pregiato, non comune in tutti gli sport e che lo rende molto conosciuto”. Lo sport, quindi, come veicolo di comunicazione: “Randstad da sempre crede molto nei valori dello sport e nella metafora sportiva come veicolo di contenuti più importanti che possono essere portati all’interno delle aziende. Noi ci occupiamo di risorse umane, quindi di persone persone che nelle aziende devono essere individuate, di talenti che devono essere cresciuti, sviluppati, fatti diventare dei professionisti: e questo per analogia è quello che succede nello sport. Abbiamo capito che parlare con lo sport di queste cose riesce a far passare i messaggi in una maniera più potente, più forte e diretta e soprattutto quando interveniamo con i percorsi di formazione di consulenza nelle aziende, l’utilizzare la metafora sportiva rende questo messaggio estremamente completo”.
Allenare i talenti, parlare con le persone, va fatto seguendo dei percorsi non banali, spiega Pierro: “Gli adulti non imparano con i bambini: gli adulti non imparano con le informazioni, ma facendo. Pensare che si possa fare formazione raccontare delle cose che devono memorizzare è sbagliato. Le dinamiche dello sport sono identiche a quelle nelle aziende e la concretezza dello sport facilita la comprensione. I colleghi di Randstad sport nelle aziende portano racconti, come abbiamo visto questa sera qui alla Rugby Roma: portano esempi, non teorizzano i massimi sistemi, portano i vissuti nei rispettivi contesti, parlando dei protagonisti, delle loro azioni. E semplicemente osservando, ne cogli l’infinita potenza. In azienda i gruppi sono anch’essi delle squadre: c’è un leader, c’è un capitano, c’è un allenatore, ci sono i manager, i membri della squadra nei diversi ruoli, principali o gregari”. Come hanno d'altronde confermato nei loro interventi anche i padroni di casa, Roberto Corvo e Daniele Montella, presidente ed head coach della Rugby Roma.
Anche Pierro ha avuto esperienze nello sport e proprio per questo sostiene che al rugby vada dato il giusto tempo per crescere: “Da piccolo nel mio borgo giocavo a pallavolo, uno sport che all’epoca era davvero poco praticato, specialmente fra i ragazzi. Poi ricordo che la vittoria della Nazionale di Julio Velasco agli Europei del 1989 cambiò tutto e aprì questo sport a una crescita clamorosa. Questo dimostra che c’è voluto tempo e lo stesso percorso deve seguirlo il rugby, ma che la strada sia stata intrapresa è dimostrato dall’enorme quantità di bambini che vogliono provarlo. Il rugby investe tantissimo sui giovani e questa è anche la nostra ifilosofia: la nostra prospettiva che ci unisce è identica”. Pazienza e competenza, le stesse chiavi che ha indicato anche Santini parlando alla platea. Randstad e Rugby Roma viaggiano proprio sulla stessa lunghezza d’onda.