Un viaggio iniziato dalla sua Puglia, proseguito in Inghilterra e che ora fa tappa a Roma. Anche se Francesco Dimundo confida che questa tappa possa prolungarsi molto a lungo. Il nuovo preparatore atletico della Rugby Roma vanta un curriculum di tutto rispetto e quello in bianconeroverde sarà un lavoro che lo metterà a dura prova: se è vero, infatti, che stiamo parlando di un club di Serie A, quindi di seconda divisione, per storia e ambizione si richiede una notevole qualità nei vari ruoli. “Mi sono laureato in scienze motorie a Foggia, poi c’è stato un interscambio con Valencia, quindi mi sono specializzato proprio nella preparazione atletica a Edimburgo e successivamente ho conseguito il dottorato di ricerca in identificazione e crescita del talento nel rugby professionistico alla Birmingham City University”.

Come presentazione non c’è male. E il lavoro è già iniziato, visto che per la prima volta quest’anno l’head coach Daniele Montella ha programmato otto settimane di pre-season. Noi però vogliamo conoscere meglio il percorso sportivo di Dimundo: “Sono di Bari e il rugby mi ha sempre appassionato, anche se lì non era così popolare quando ero piccolo. L’ho seguiro da ragazzino, ma ho praticato sport di combattimento e contatto”. Nel Regno Unito, Dimundo si è fatto conoscere e vanta diverse collaborazioni di prestigio: “Nel rugby professionistico ho lavorato con Worcester Warriors, con gli Wasps e in diversi altri contesti professionistici, ma anche per lo Scottish Institute of Sport, che prepara gli atleti olimpionici, nel calcio con gli Hibernians. Poi negli Usa con l’atletica olimpica, in Italia nel calcio con il Bari e il Monopoli, con l'Exprivia Molfetta nella massima divisione di volley, oltre a un progetto rugbistico con le Fiamme Oro”. In tutta questa pratica, Dimundo si è anche messo al servizio di percorsi didattici: “In ambito accademico ho collaborato con le università di Birmingham City e Coventry, con numerose ricerche e pubblicazioni assieme ad altri preparatori atletici. E ho fondato con altri preparatori e docenti la Società Italiana di Strength&Conditioning (ITASCS) che forma preparatori fisici e atletici in Italia”. E con gli Wasps ha anche incrociato un grande nome azzurro: “Ho incrociato Andrea Masi, ma io ero nel settore giovanile nella parte dei college: c’è una grossa collaborazione tra club e college. A Worcester per 4 anni sono stato il responsabile dela prima squadra femminile, poi con l’Academy maschile”.

Un percorso che ha spinto Montella e la dirigenza della Rugby Roma a informarsi e che si è tramutato in una offerta per una particolare contingenza di eventi: “Sono rientrato a Roma - racconta Dimundo - tre anni fa per motivi famigliari, ho colaborato nel progetto ‘Ready to grow’ con le Fiamme. Poi Daniele e il direttore sportivo Fabrizio Pollak mi hanno illustrato il progetto della Rugby Roma, l’idea di riuscire nel prossimo triennio a rinforzare la squadra partendo dalle metodologie di lavoro, con accento particolare sulla preparazione atletica: è una sfida che ho abbracciato subito”. La filosofia della Rugby Roma non prevede infatti voli pindarici o slanci irresponsabili, piuttosto si continua a lavorare per avere una base sempre più solida sulla quale costruire un futuro degno del suo passato: “E’ un club con grosse potenzialità, in più ho trovato un ottimo ambiente, cosa non facile in Italia, specialmente nel centro-sud. Sono rimasto affascinato e incuriosito”. Il tempo dei convenevoli, però, come sempre quando si ha a che fare con Montella e Pollak, è durato molto poco: il lavoro chiamava da subito.“Stiamo lavorando da giugno, mi hanno dato carta bianca su prima squadra, seconda e Under 18. Tenendo conto della base di lavoro dalla quale partivano, ho preferito iniziare subito e poi concedere un break: volevo rinforzare alcuni aspetti per poi ritrovarmeli quando riprenderemo a fine agosto".

Dimundo porterà con se una filosofia decisamente intreressante e che riguarda ovviamente la preparazione atletica: “Bisogna iniziare a lavorarci prima per esprimere un potenziale, a 14-15 anni, a 18 è tardi. Quindi i miei programmi dovranno avere una diretta influenza sull’Under 18 e a cascata sulla 16 e qualcosa prima. Non si può pretendere che si sappia già cosa fare a 18 anni, bisogna imparare ad allenarsi anche in palestra, non solo sul campo. Ci sono movimenti e tecniche molto complesse, per questo motivo prima si apprendono, meglio è. Non si impara a scrivere un tema a 18 anni”. Al nuovo preparatore è piaciuta anche la prima risposta del gruppo: “Sono molto motivati, sono reduci da un campionato soddisfacente dal punto di vista della classifica, c’è una buona mentalità. Ma in vista di un nuovo campionato molto difficile, considerando anche le grandi ambizioni, sarà necessario avere una marcia in più. Da dove sono partito? Dalle impressioni che ha lasciato lo scorso finale di campionato, mi hanno fatto capire - conclude Dimundo - che mancava qualcosa e ho cercato di cogliere subito le problematiche”. E se le problematiche saranno state risolte, ce lo potrà dire solo il campo. Per adesso, come sempre, c’è solo da augurare a tutti buon ritorno al lavoro!

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