Domenica a Tor Pagnotta arriva la seconda in classifica, occasione per il centro: “Il lavoro di avvocato e l’età non mi lasciano molte occasioni per giocare”
Sesta al giro di boa con 31 punti, frutto del ragguardevole bottino di 6 vittorie, un pareggio e 4 sconfitte, recude però dallo stop di Civitavecchia, la Rugby Roma apre il girone di ritorno del campionato di Serie A ospitando la corazzato Prato (10 vittorie e una sconfitta), ovvero l’unica squadra in grado di restare in scia alla Lazio nella corsa per il primo posto del Girone 3. Per la squadra di Daniele Montella si tratta di un match dal pronostico apparentemente chiuso, che dovrà in ogni caso servire per continuare quel percorso di apprendimento da neopromossa che ne sta caratterizzando un più che soddisfaciente andamento.
Quella con Prato sarà anche l’occasione per far esordire in questo campionato anche Gianandrea Giacometti. Il 34enne centro figlio d’arte (anche papà Andrea ha giocato per la Rugby Roma, prima di diventare allenatore) non ha molte occasioni, visto che la professione fuori dal campo gli permette di lasciare al rugby poco spazio: “Non è facile collocare l’impegno sportivo fra quelli professionali, ma ora non so quale grazie a quale congiuntura astrale riesco ad allenarmi con continuità, quindi…”. Quindi Montella ha deciso di fargli riassaggiare il campo, visto l’ultima volta per pochi minuti nella partita-promozione dello scorso maggio a L’Aquila. “Sono tra i più vecchi in squadra, ma mi trovo molto bene, mi fa piacere stare fra i ragazzi più giovani e dare il mio piccolo contributo alla causa”. Giacometti è infatti avvocato e lavora per lo Studio Chiomenti, tra i più grandi e importanti: tra l’altro a guidarlo c’è un ex rugbista, Filippo Modulo. “Magari per questo potranno chiudere un occhio se ancora scendo in campo…”, scherza Gianandrea. “Dopo avere esordito giovanissimo con la Lazio, quando a 22 anni ero nel giro della Nazionale Emergenti ho subito un gravissimo infortunio ai legamenti del ginocchio. E a quell’età e per il tipo di infortunio, a meno che tu non sia in un club di grande importanza internazionale, è difficile riuscire a rientrare come prima. Quindi, seguendo il consiglio di papà, ho dato una accelerazione agli studi, tanto di rugby sapevo che non avrei certo potuto vivere. Ho fatto tutto il percorso di studi assieme all’ex compagno di squadra Saverio Colabianchi, nel 2017 mi sono abilitato e sono andato subito a lavorare all’estero”.
Da rugbista, però, anche una piccola avventura in Nuova Zelanda. “Ad Auckland nel campionato delle contee, grazie a Wayne 'Buck' Shelford, amico di papà e della mia famiglia dai tempi in cui giocò alla Rugby Roma”. E allora torniamo al bianconeroverde e a un campionato finora più che soddisfaciente: “Più la stagione va avanti, più la squadra evolve. Sono due gli aspetti fondamentali che possono spiegarlo: uno sconfinato entusiasmo dei ragazzi, che si allenano come pazzi solo per il piacere di giocare in questa squadra; l’esperienza che aumenta di partita in partita e che ti permette di diventare sempre più consapevole dei mezzi che hai a disposizione. In un contesto di crescita simile, un giocatore vuole giocare alla pari con tutti e ogni volta che lo dimostra, si sente sempre più sicuro. E’ vero, siamo una neopromossa, ma poi dopo le prime partite, dopo che hai preso le misure, vai in campo e te la vedi alla pari”.
Anche con Prato? “La vittoria o la sconfitta - dice Giacometti - non devono mai essere il fine per cui ci si allena. Ci si deve invece concentrare sulle cose da fare correttamente, perché il risultato sarà sempre la semplice conseguenza del lavoro che si fa settimanalmente in campo. Poi, come sempre nello sport, si può poi vincere e si può perdere. Questa Rugby Roma si è buttata in questo campionato senza conoscere troppo gli avversari, ma facendo le cose per bene sono arrivate le vittorie. A volte anche entusiasmanti, come con la Capitolina. Chi gioca si diverte e chi ci guarda anche: è per questo che nella squadra c’è entusiasmo”. E c’è un altro aspetto fondamentale da sottolineare: “Io avevo 3 mesi ed ero in campo come mascotte della Rugby Roma, portato da mamma e papà, quindi posso dire di conoscere più che bene questi colori. E questa squadra nella sua storia ha sempre avuto un Dna di tenacia e forte senso di appartenenza. Quindi, chiunque viene a sfidarci, sa già che non sarà una partita tranquilla. E quindi, anche con Prato, tutti noi metteremo in campo, oltre alle doti tecniche, quel carico di motivazioni che ti porti dietro se giochi con la Rugby Roma”.
Questa la formazione della Rugby Roma per la sfida di domenica con il Prato (Stadio Renato Speziali, ore 14.30): 15 Adriani; 14 Gualdambrini, 13 A.Pastore Stocchi, 12 Giacometti, 11 Zorobbio; 10 Valsecchi, 9 Casagrande; 8 Elias, 7 Falcini, 6 Trivilino; 5 Cioni, 4 Fatucci (c); 3 Battisti, 2 Rivas, 1 Fratini. A disposizione: 16 Lo Guzzo, 17 Chiotti, 18 Vivaldi, 19 Perissa, 20 Bernasconi, 21 Casasanta, 22 Pollak, 23 Cappucci.