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Il mediano di mischia con il Romagna ha festeggiato le 100 presenze: “Un’emozione diversa, sento di essermela guadagnata. Mi sarebbe piaciuto giocare con mio fratello Riccardo”

In settimana gli avevano detto che sarebbe entrato in campo per primo, da solo. Ma poi ha pensato se lo fossero dimenticato. Ma come ci si sarebbe potuti dimenticare di rendere omaggio alle 100 presenze con las Rugby Roma di Andrea Casasanta? E così la partita con il Romagna si è aperta con Gummy che riceve l’onore che spetta a tutti i centurioni, l’ingresso in campo in solitario per ricevere l’applauso dei tifosi, ad anticipare quello di arbitri e delle due squadre.

Per un momento indimenticabile. “Lo vivi proprio così, come un momento tuo, è stata un’emozione diversa, anche perché sentivo di essermelo guadagnato”, ci racconta Andrea. “In settimana il capitano Matteo Battarelli me lo aveva anticpato, ma poi nessuno mi ha detto più niente”. Fino a quando non gli hanno consegnato l’ovale e indicato la via del centrocampo. “Avrei potuto tagliare questo traguardo molto tempo prima, ma avevo investito del tempo su un altro sport che mi veniva altrettando bene (lo skateboard, ndr.). Ma dall’altra parte mi era sempre mancato l’ambiente, il gruppo, la squadra della Rugby Roma. Aggiungo però che, tra qualche partita saltata per infortuni o altro, queste 100 presenze oggi le sento ancorta più vere. Gli si può dare un’interpretazione personale, ma io oggi ho davvero rivalutato il fatto di far parte di un gruppo del genere. Avere saltato buona parte della stagione due anni fa e poi essere ritornato oggi diventa un valore in più e per questo ringrazio tutti i compagni: sono onorato di avere tagliato questo traguardo insieme a loro”.

Casasanta ricorda ancora la prima e quelle sensazioni: “Contro il Cus Catania a Tor Pagnotta in Serie B. Ero anche intimorito dalla presenza di ragazzi più grandi, non avevo idea di dove sarei potuto arrivare, di potermi legare così tanto. Ero quello nuovo, ero piccolo, forse mi rispettavano giusto per il cognome”. Già, perché il fratello Riccardo la maglia della Rugby Roma l’ha indossata prima di lui… “Rispetto che poi penso di essermi guadagnato in campo”. Di queste 100 presenze, dove i ricordi più belli? “Sicuramente la vittoria a L’Aquila che ci ha dato la promozione in Serie A e poi con la Capitolina in casa l’anno scorso, quando abbiamo vinto in rimonta con la mia meta all’ultimo minuto. La partita che mi è rimasta indigesta? Direi proprio quella all’andata con il Romagna in casa loro: volevamo vincere, pensavamo ci saremmo potuti giocare il primo posto con Livorno fino alla fine”. Cento presenze, tanti compagni, tanti amici: ma con chi ha legato di più Casasanta in questi anni? “Può sembrare strano, perché siamo molto diversi, ma con Nicolò Zorobbio. Da ragazzi uscivamo, poi lui è andato alle Fiamme Oro, ma siamo sempre rimasti amici fuori dal campo. Ha due figlie che per me sono nipotine acquisite”.

Dei tanti ex Rugby Roma, però ce n’è uno con il quale Andrea avrebbe tanto voluto giocare insieme. “Riccardo, ovviamente. Sta sempre a Bali, ovviamente sa tutto, è difficile però che mi dica bravo. Certo, ormai l’ho staccato, lui si era fermato a 86 presenze”. Ci sarebbe però un problema: entrambi mediani di mischia, chi è che si sposta? “Lui, sicuramente. Lo metterei centro o tallonatore, ha il fisico adatto…”.