Under 8, 10 e 12 protagoniste in campo nel weekend con il quale si è voluto ricordare il terremoto del 2009 e la rinascita di un centro iconico della palla ovale italiana
Una domenica all’insegna del ricordo e della gioia. Non potrebbe essere altrimenti quando si parla de L’Aquila, che nel weekend nel quale si ricordava il triste anniversario del sisma del 6 aprile 2009, ha organizzato una serie di eventi all’insegna del rugby, lo storico marchio di fabbrica cittadino. Così, se al sabato la vetrina è andata alla Nazionale Under 19, in campo al Fattori per un test con l’Inghilterra, e ai ragazzi delle Under 14 per il Trofeo San Massimo Challenge, la domenica è stata dedicata tutta ai più piccoli del minirugby.
Il gruppo della Rugby Roma, guidato dal responsabile del minirugby Mario Salvi, ha affrontato la trasferta con la consapevolezza di visitare uno dei luoghi più iconici della palla ovale italiana. “Ed è stato motivo d’orgoglio per il nostro club partecipare a un weekend che ha rimesso L’Aquila al centro del mondo rugbistico italiano. Siamo felici che una città così importante si sia rialzata dopo tanti anni di difficoltà e sofferenza”. La Rugby Roma è arrivata a L’Aquila con i bambini e le bambine dele Under 8 e Under 10, al Fattori, e i più grandi dell’Under 12 all’impianto di Piazza d’Armi. “Prima di iniziare le partite, c’è stato un minuto di silenzio pe ricordare le vittime del terremoto. In campo abbiamo incontrato tante squadre nella formula del girone all'italiana, cercando di migliorare sempre partita dopo partita, a volte riuscendoci ed altre no, ma provandoci sempre”, racconta Salvi. “Dopo pranzo ci siamo ritrovati tutti insieme di nuovo allo stadio Fattori, che per un weekend è diventato il centro del rugby italiano, tra tornei giovanili e la partita della Nazionale giovanile di sabato”.
Si è giocato poi per tutto il resto del pomeriggio. “Una giornata perfetta per l'organizzazione e l’accoglienza. Ce ne siamo tornati a Roma stanchi e soddisfatti, consapevoli del buon lavoro fatto finora e di quanto c'è ancora da fare. Ma i sorrisi, le pacche sulle spalle, gli abbracci, ci dimostrano - conclude Salvi - che siamo sulla strada giusta”.